A George Gottl, ex capo degli stilisti dell'abbigliamento di Nike, è stato affidato il compito di guidare la Mandarina Duck nella nuova avventura: la produzione di scarpe.
Anche se prima dell'estate il gruppo ha ceduto alla Pineider, il marchio di penne stilografiche Tibaldi, acquisito nel 1992, i conti tornano e i 200 miliardi di fatturato di gruppo previsti per il 2001, contro i 167 del 2000, non vengono rivisti al ribasso. Non si segnalano brusche frenate nemmeno negli investimenti.
Il progetto di sbarcare negli Usa, partendo da New York è per il momento congelato, mentre prosegue il discorso Giappone con l'apertura di otto shop in shop nei grandi magazzini di Sebu, Isetan e Sogo e altri 12 sono in arrivo.
Per il 2001 e il 2002 sono previsti investimenti sulla distribuzione per circa 30 miliardi. A Parigi è stato inaugurato il primo negozio da 300 mq a firma di famosi architetti e designer e seguiranno le aperture a Londra, Roma e Berlino previste per il 2002.
Anche la rete Mandarina Duck nelle principali città sarà rinnovata secondo un modello studiato dagli architetti Michele De Lucchi e Angelo Micheli: finora sono stati aperti due negozi in Italia (Bologna e Venezia) e altrettanti in Europa (Mosca a luglio e Barcellona a settembre).
In attesa delle calzature, la prossima primavera decollerà la partnership con la Seiko per gli orologi. Una cinquantina di modelli, disegnati dagli stilisti Mandarina e prodotti dai giapponesi, che dovrebbero garantire nel 2002 23 miliardi di lire di fatturato.