Nella classifica dell'esposizione al rischio-Stati Uniti è Safilo ad occupare il primo posto. Il colosso veneto infatti, ha realizzato lo scorso anno negli Usa il 44,3% del fatturato.
E intorno ad un terzo dei ricavi totali ci sono altri due nomi del lusso made in Italy: Ferragamo al 33,9% e Zegna al 32,7%.
In valore assoluto invece è Gucci a realizzare il giro d'affari più elevato negli States: 602 milioni di euro, sempre nel 2000, seguita da Prada con 410 milioni e Safilo con 304.
L'analisi sui bilanci delle aziende, elaborata da Pambianco Strategie di Impresa , non tiene conto di un altro gigante degli occhiali, la Luxottica, visto che gran parte del fatturato consolidato deriva da società operanti direttamente sul mercato americano." Complessivamente spiega Carlo Pambianco, i 15 gruppi del lusso considerati, alcuni dei quali di medie dimensioni ma quotate in Borsa, hanno registrato l'anno scorso un fatturato consolidato di 10.207 milioni di euro: di questi, 2.517 milioni sono stati realizzati negli Usa. L'esportazione media del settore è quindi del 24,7%".
La penetrazione del sistema moda made in Italy nel mercato a stelle e strisce, che vale 12.120 miliardi di lire nel 2000, è estremamente diversificata tra i settori.
Certo, non è affatto automatico che chi esporta di più subirà le maggiori ricadute delle vendite negli Stati Uniti. Anzi è vero, che le vendite dei grandi marchi tengono sempre meglio il periodo di crisi. Tutto dipenderà chiaramente anche dall'evoluzione politico-militari dei prossimi giorni.
A Milano, mancano molti compratori di peso, sia statunitensi sia giapponesi, manca pure gran parte della stampa importante, attesa nel capoluogo lombardo da venerdì, quando inizieranno a scendere in passerella i marchi big della moda italiana.