La Marzotto prosegue nella strategia di portare all'estero la produzione del tessile per ridurre i costi e mantenere la capacità competitiva. Il presidente Innocenzo Cipolletta ha dichiarato nel corso dell'incontro con gli analisti che ''l'abbigliamento è e rimarrà punto di riferimento per l'azienda che comunque ha nella delocalizzazione del settore tessile il suo obiettivo primario''.
Lo spostamento delle attività tessili, soprattutto quelle legate al linificio, in Lituania consente, secondo l'amministratore delegato Silvano Storer, ''di abbassare il costo del lavoro raggiungendo, tra l'altro, zone particolarmente attive in questo settore''. Proprio la delocalizzazione però, ha spiegato Storer, sta mettendo sotto pressione il settore da almeno 18 mesi ''e ne occorreranno ancora altri prima che tutta la riorganizzazione aziendale venga definitivamente attuata''.
Dai conti semestrali è emerso un rallentamento dell'Ebitda (utili al lordo di interessi, imposte e ammortamenti), cresciuto solo dello 0,4 per cento, per colpa di ammortamenti da investimenti. Un rallentamento influenzato da una grossa pressione su prezzi e margini, da un calo dei margini nel settore tessile, dal lancio di nuovi progetti (soprattutto per la Hugo Boss) e da investimenti nei negozi monobrand. Storer ha inoltre messo in luce che la riduzione dei dipendenti in Italia (già diminuiti di 135 unità) potrebbe subire un ulteriore incremento nei prossimi mesi.