Parola d'ordine: scremare. Non solo il numero dei buyer incaricati dai più prestigiosi department store americani di raggiungere le sfilate milanesi, ma anche gli ordini, in vista di un probabile calo dei consumi nei negozi statunitensi.
Quindi i buyer punteranno sui marchi più solidi per arginare la fuga dei consumatori.
Negli Stati Uniti la moda Italiana rappresenta circa tre miliardi di dollari di valore al dettaglio e non soltanto grazie agli stilisti: secondo Pambianco Strategie d'impresa, nel segmento couture-designer l'abbigliamento femminile e maschile made in Italy rappresenta un quarto delle vendite retail, con una cifra intorno ai 1.100 milioni di dollari.
Un po' più alto è il valore tricolore del segmento diffusion-bridge grazie al libero scambio: qui l'Italia pesa per il 6%, pari a circa 1200 milioni di dollari.
Infine il segmento better, dove la produzione italiana vale 700 milioni di dollari, pari al 2%.
Ieri intanto, hanno iniziato a scremare gli investitori della moda e del lusso: in borsa è stata una giornata da dimenticare.