I recenti atti terroristici negli Stati Uniti, la flessione dei consumi e le difficoltà finanziarie rischiano di far perdere quote importanti ai calzaturieri italiani nelle tre principali aree di sbocco, America, Germania e Asia. Le quote che stanno invece conquistando sui mercati emergenti, primo fra tutti la Russia, che peraltro non è ancora tornata ai livelli pre-crisi del '98, rischiano di non essere sufficienti a bilanciare le perdite.
è l'allarme lanciato ieri a Milano da Antonio Brotini, presidente dell'Anci, l'associazione che raccoglie i calzaturifici del nostro paese, alla conferenza stampa di presentazione del Micam. «La prossima sarà un'edizione record per il Micam, con 1.171 espositori, di cui 146 esteri, su 45.570 metri quadrati netti di superficie», ha detto Brotini, «sono molte le aziende in lista di attesa e alcune domande di partecipazione sono giunte addirittura nelle ultime ore, dopo la deludente edizione della Gds.
«Alla Gds si è avvertita una grossa insoddisfazione in gran parte dei 550 calzaturieri italiani in mostra, così che molti di loro sperano di salvare la prossima stagione estiva con il Micam», ha confermato Leonardo Soana, direttore dell'Anci, che organizza la manifestazione fieristica milanese, «del resto a D�sseldorf si è registrato un blocco totale dei buyer statunitensi e canadesi, a eccezione di quanti erano già in Europa prima dei fatti di martedì scorso».
Eppure il primo semestre del 2001 è risultato positivo per l'industria calzaturiera italiana. La produzione è cresciuta dell'1,4% in volume rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I mercati esteri si sono rivelati più brillanti di quello interno. Da gennaio a maggio, secondo i dati Istat, infatti, l'export è aumentato in volume del 10,6% e del 22,7% in valore. Va pure sottolineato che le importazioni, nello stesso lasso di tempo, pur restando positive, hanno fatto segnare una frenata, con un aumento del 23,7% in valore a fronte di appena +3,9% in quantità.