«La missione è compiuta, siamo riusciti a proteggere gli interessi degli azionisti di minoranza», così Domenico De Sole, presidente e amministratore delegato del gruppo Gucci, ha sintetizzato in un'intervista a MFF il risultato delle interminabili trattative per la soluzione della battaglia legale contro Lvmh, condotta insieme all'alleato Pinault Printemps Redoute (Ppr). I due principi della finanza francese, Bernard Arnault e François Pinault, rispettivamente numero uno di Lvmh e di Ppr, hanno deciso infatti di seppellire l'ascia di guerra e trovare un accordo anziché affidarsi alla decisione del tribunale di Amsterdam, città in cui ha sede il gruppo Gucci.
Dall'accordo stipulato emerge che le trattative hanno avuto come obiettivo la protezione degli interessi della minoranza, che ha ottenuto lo stesso trattamento che ha avuto Lvmh. Il trattamento riservato agli azionisti di minoranza è eccellente perché riceveranno entro il prossimo 15 dicembre un dividendo straordinario di 7 dollari per azione più un plusvalore entro il 2004.
Inoltre l'accordo prevede altrettante garanzie per proteggere l'autonomia del management e fino ad aprile 2004 il consiglio di amministrazione rimarrà composto da cinque membri nominati da Ppr e altri cinque membri indipendenti. La nomina del presidente e dell'amministratore delegato della società rimane nelle mani dei membri indipendenti del board.
De Sole ribadisce inoltre che Gucci è rimasta assolutamente una public company perché il flottante è sempre molto elevato, visto che consiste nella parte non in mano a Ppr (che ammonta a circa il 46,8% del capitale) e che Lvmh ha annunciato di voler uscire definitivamente dall'azionariato Gucci entro la fine dell'anno in corso.