Clima economico sfavorevole, elevate spese di marketing e investimenti in negozi. Questi i motivi alla base del tracollo degli utili di Jil Sander, maison tedesca appartenente al gruppo Prada, che nei primi sei mesi dell'anno ha visto i profitti ante-imposte precipitare del 98% a quota 76.693 euro.
Bernhard Wimmer, direttore finanziario della società, ha attribuito la flessione a maggiori spese di marketing e pubbliche relazioni, a un calo della domanda di prodotti di lusso nel quadro di un rallentamento generale dell'economia. Inoltre a incidere negativamente sui risultati ci sono i massicci investimenti stanziati per l'apertura di nuovi punti vendita monomarca a gestione diretta come quelli di Londra, Taipei, D�sseldorf e New York.
Ha tenuto invece il fatturato, cresciuto del 6,6% a 66,82 milioni di euro.
La crescita delle vendite è da imputare alla buona accoglienza delle collezioni di pr�t-à-porter maschile e allo sviluppo in Asia, mercato sul quale Jil Sander ha rilevato il vecchio franchisee Sann Frères e la gestione delle attività di distribuzione in precedenza affidate a Mitsui.