Dopo anni di corsa alle acquisizioni, la crisi coglie i gruppi nel pieno della riorganizzazione. I risultati tardano ad arrivare e i costi salgono.
Se si guarda ai principali tre gruppi multi-brand che si sono creati in questi anni, si osserva come un gigante come Lvmh, la cui estensione va dallo champagne alle case d'aste, passando per l'abbigliamento, gli orologi e la pelletteria, debba la maggior parte dei suoi profitti ancora a Louis Vuitton.
Quanto a Gucci è notoriamente alle prese con la ristrutturazione più pesante del previsto di Yves saint Laurent.
Mentre Prada al termine di una campagna acquisti aggressiva è condizionato da un pesante indebitamento.
Il punto è il contesto economico attuale. Così mentre in Borsa i titoli del lusso soffrono, si comincia a leggere nei report che le indicazioni finora ottenute di Bulgari, Tod's e Hermes, hanno confermato come le società con brand consolidati e poco impegnate a rilanci di marchi o integrazioni di acquisizioni, siano più sicure e in grado di battere le aspettative di mercato.