Per mettere fine alla guerra delle borsette, secondo quanto riporta l’inserto domenicale del Sunday Times di ieri, due miliardi di dollari potrebbero convincere Bernard Arnault e la Vuitton a vendere il suo 20% della Gucci.
Una quantità di denaro che garantirebbe all’azienda più contraffatta del mondo una plusvalenza da 300 milioni di dollari, mettendo fine ad una battaglia che va avanti dalla primavera del 1999, quando la maison fiorentina aumentò il suo capitale per far entrare in società al 42% la regina del lusso Pinault Printemps Redoute.
Gli uomini delle banche d’affari di Jp Morgan e Morgan Stanley, stanno mettendo a punto un piano finanziario. Ma la soluzione non è poi così semplice: Ppr per acquistare il 20% di proprietà della Louis Vuitton deve lanciare un’offerta totalitaria. Ma Ppr non ha le capacità finanziarie per una simile operazione. E poi Gucci non vuole che Ppr prenda il controllo totalitario almeno fino al 2010. Gli analisti allora hanno suggerito due soluzioni: Ppr rinuncia al diritto di voto sulla quota di Lvmh oppure dà agli azionisti di minoranza di Louis Vuitton dei coupon che permettano loro di conservare le azioni Gucci per poi cederle in futuro con tanto di incentivo. Il piano per siglare la pace della guerra delle borsette è tutto contenuto in 20 cartelle diplomatiche.