Negozi e showroom sono diventati i principali modelli di comunicazione. Tra cliente e venditore si ricerca un rapporto dialettico al centro del quale si pone non tanto la merce, ma il contesto nel quale viene offerta. Ad un consumo che, con gli anni, si è fatto flessibile ed articolato deve corrispondere un design altrettanto flessibile.
Gli ultimi interventi d’autore dimostrano questa tendenza: Renzo Piano ha di recente concluso la sua creazione per Hermes a Tokjo; a Peter Marino, celebre architetto americano si deve il global store di Lvmh in via Montenapoleone a Milano. Erwan e Ronan Bouroullec, i nuovi astri del design francese, hanno inventato per Issey Miyake il futuristico negozio di Parigi, mentre al maestro dell’architettura in cemento, Tadao Ando, è stato assegnato da Bernard Arnault l’incarico di studiare il negozio di Christian Dior di Tokjo.