A marzo la catena di grandi magazzini Marks e Spencer ha messo in vendita il marchio americano Brooks Brothers e fra i possibili acquirenti c’è il gruppo Tod’s quotato di recente a Piazza Affari.
La Marks e Spencer ha già un accordo con il gruppo Della Valle per la distribuzione delle camicie in Europa e che prevede l’apertura di negozi in Italia, Austria e Svizzera.
Fra gli altri possibili acquirenti ci sarebbe Gucci, la catena Neiman Marcus e la Dikson Concepts che ha già un accordo con la Brooks Brothers per il franchising nel Sudest Asiatico.
Ad ostacolare le trattative di dismissione sarebbe il prezzo eccessivo che pare si aggiri fra i 350 e i 400 milioni di dollari.
Dopo un 2000 disastroso che ha visto chiudere i bilanci con un utile operativo di soli 12,7 milioni di dollari, un calo del 38% rispetto al 1999 con ricavi di 640,7 milioni di dollari. La Brooks Brothers ha annunciato un aumento del 134,6% nei profitti che raggiungono i 29,8 milioni di dollari e nei ricavi aumentati del 3,2% e sono passati a 661,1 milioni di dollari.
L’azienda gestisce 83 negozi e 75 factory stores specializzati in sconti e prezzi speciali. Nel corso dell’ultimo anno sono stati aperti 5 nuovi negozi di cui 2 in grandi aeroporti e sono presenti altri 100 negozi nell’area del pacifico.
Fondata nel 1818 la Brooks e Brothers ha saputo incarnare per un certo periodo l’epitome dello stile “wasp”, ma ha avuto anche slanci di innovazione sartoriale come la camicia button-down e nel 1830 la “seersucker suit”, un abito in cotone a leggerissime righe azzurre diventato un classico dell’abbigliamento americano.
Negli ultimi tempi il primato dell’azienda nella tradizione sartoriale è declinato rapidamente e chi acquisterà il marchio dovrà inventarsi un nuovo modo di vendere il patrimonio di solidità affidabilità e valori tradizionali che sono il patrimonio di quest’azienda.