Lo stilista newyorkese Calvin Klein, che due anni fa aveva tentato senza successo di vendere il suo gruppo, mette a tacere le voci su possibili joint venture o dismissioni che si erano nuovamente diffuse nelle ultime settimane, sottolineando la volontà di rimanere indipendenti.
La decisione di restare al timone del gruppo comporterà una serie di cambiamenti nella gestione del marchio, partendo dalla prima linea fino alla maglieria intima.
Lo stilista ha riportato in casa la licenza per la linea Collection donna che dal 1999 era gestita dal gruppo Burani. La produzione, continuerà negli stabilimenti attualmente in uso, ma sarà gestita direttamente dalla casa americana.
A gennaio, Klein aveva concluso il proprio rapporto con il gruppo Stefanel, con cui aveva formato una joint venture per la distribuzione e produzione della linea CK, per il mercato europeo, medio orientale e asiatico. Così dal prossimo autunno parte della collezione verrà incorporata nella linea CK Jeans gestita dal gruppo Frattini.
Nei prossimi mesi lo stilista potrebbe riuscire a riportare sotto il proprio tetto il suo marchio più profittevole, quello della maglieria intima che nel 1994 aveva ceduto alla Warnaco Group Inc. Oltre alla maglieria possiede anche la licenza dei jeans per gli Stati Uniti.
Il futuro delle licenze in mano a Warnaco non è cosa da poco, visto che le royalties da loro provenienti valgono circa il 40% del fatturato di Calvin Klein e che le licenze dello stilista valgono circa la metà del fatturato da due miliardi di dollari di Warnaco. Anche se l'azienda è in difficoltà, avendo accumulato debiti per circa 3 miliardi di dollari, il suo presidente Linda Wachner, non è intenzionata a vendere le proprie licenze.
Secondo alcuni esperti, la concessione di licenze a un largo numero di operatori del settore ha danneggiato il brand Calvin Klein che nonostante i 5 miliardi di dollari di fatturato lordo, è un marchio che in molti giudicano svilito.
Lo stilista non pensa di riportare tutto in casa, infatti manterrà la licenza nel settore dei profumi che dal 1989 fa parte del gigante dei prodotti di consumo Unilever e per la Klein vale circa 700 milioni di dollari.