Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno deciso di quotare in borsa il gruppo Prada. La decisione è stata presa, anche se tempi e modi dipendono dalla congiuntura dei mercati finanziari. Paradossalmente in questa fase Bertelli deve fare il tifo per i suoi rivali di Gucci che simili per struttura rappresentano un punto di riferimento.
Mettendo a confronto le due aziende vediamo che Gucci fattura 2.258 milioni di dollari mentre Prada 1.640 milioni di euro. Il gruppo fiorentino guidato da Domenico De Sole chiude il 2000 con un risultato netto di 337 milioni di dollari, pari al 5% dei ricavi.
Quello milanese dichiara invece un utile consolidato di 96,5 milioni di euro realizzato cedendo azioni Gucci che Bertelli aveva rastrellato.
Il problema non è quindi il calo dell’utile, quanto quello dei margini. Il risultato operativo sale da 174 a 210 milioni di euro, ma la sua incidenza sui ricavi cala dal 16,6 al 12,8 per cento.
Anche Gucci sta affrontando problemi di integrazione fra vecchi e nuovi marchi ma avendo cominciato prima la corsa allo sviluppo ha potuto consolidare un po’ di più le sue strutture anche grazie ad una grande disponibilità di liquidi che al contrario il gruppo Prada non possiede.
Il suo patrimonio netto consolidato è di 671 milioni di euro, mentre la posizione finanziaria netta è negativa per 991 milioni più un prestito subordinato di 96. Un terzo del risultato operativo se ne va quindi in interessi passivi.
Oggi Gucci quota 23 volte gli utili con un valore di 8 miliardi di dollari con due liquidi in cassa e quindi possiamo dedurre che il valore di Prada sia sui 2,2 miliardi di euro.
La sua quotazione in borsa avverrà però con un aumento del capitale che potrebbe cambiare il segno della posizione finanziaria netta avvantaggiando il corso economico.