Prada diventa azionista di De Rigo. Patrizio Bertelli, amministratore delegato del gruppo Prada, ha inviato alla Sec di New York il modello '13 D' con il quale annuncia di aver esercitato il diritto d'opzione del 5% del capitale del produttore veneto di occhiali, quotato al Nyse. Alla presentazione del bilancio Prada, avvenuta ieri, è stato anche specificato che si tratta di una prima tranche di opzione cui ne seguiranno altre due pari al 5% ciascuna.
Nel 2000 il gruppo Prada ha avuto ricavi consolidati pari a 1.641 milioni di euro, con un margine lordo di 985 milioni di euro e utili netti di 95 milioni di euro. Durante la presentazione di ieri è stata ribadita l'intenzione di quotarsi alla Borsa di Milano, probabilmente in autunno. Per quanto riguarda la valutazione della holding, il direttore generale Roberto Massardi ha puntualizzato che le variabili sono molte e dipendono sia dal mercato che dalle strategie e che il gruppo è sufficientemente forte per affrontare le diverse situazioni di mercato.
La maggioranza rimarrà comunque nelle mani dei cinque azionisti: Bertelli, la moglie Miuccia, Marina e Alberto Prada, Marco Salomoni, braccio destro storico di Bertelli.
Per quanto riguarda lo shopping del gruppo, procedono le trattative per Genny-Byblos e per Superga mentre Bertelli smentisce l'interessamento per Valentino, il Gft e Fendi (di cui detiene una parte in joint venture con Lvmh) al cui sviluppo è destinato il capitale flottante per il rilancio del marchio così come per Jil Sander, Helmut Lang, Church's e Azzedine Alaia.
Bertelli si dichiara non preoccupato per le condizioni del mercato e porta l'esempio dei due marchi di casa: Prada e Miu Miu fatturavano nel '90 100 miliardi di lire e sono passati a 2.700. Le vendite avvengono in modo equilibrato nelle diverse aree del mondo: 23% in Italia, 21% in Europa, 25% in America e 31% in Asia e Pacifico.