Fiorella Tombolini, Presidente-titolare della Urbis di Tolentino, è orgogliosa delle sue origini marchigiane e della produzione tutta nazionale della sua azienda.
La storia dei Tombolini comincia con Eugenio, intraprendente sarto che decide di passare dall'esperienza artigiana della bottega all'industria. Due le griffes: Tombolini e Urbis (da Urbisaglia, paese d'origine della famiglia) che oggi fatturano quasi 100 miliardi. Oltre alla linea uomo (che pesa per il 75% del fatturato) e alla linea donna, Tombolini crea accessori, borse e anche valigie.
L'azienda è articolata in sei unità produttive: Urbis per l'uomo, Bottega sartoriale per la donna, Tricot line nella maglieria, Alburni nella camiceria, Nipa nei pantaloni, Bs Beta nello sportswear. Tombolini produce poi su licenza per Smalto, Givenchy, Thierry Mugler e Daks. E le griffes usano per i loro modelli gli uffici-stile interni dell'azienda.
Dopo avere aperto Area T mega store di 2000 metri quadrati a Tolentino, dove fare shopping non vuol dire solo vestiti, sullo stesso concetto verrà aperto a Milano in Via Verri un monomarca di 300 metri quadrati. L'idea nuova è di introdurre nel circuito della moda milanese specialità culturali, ma anche artigianali e gastronomiche della regione Marche.
Presente in Italia con cinque boutique, negli Sati Uniti il marchio continua a diffondersi ed è diventato importante anche in Canada. In Argentina addirtittura le collezioni uomo vanno a ruba. Ma il primo futuro obiettivo in questo momento per l'azienda è la Cina, dove si è creata una joint-venture con una impresa locale per produrre direttamente con un marchio cinese. E il fatturato si prevede in crescita di almeno un 10% all'anno.