Milano, 12 giugno — Il mondo del tessile-abbigliamento italiano, rappresentato dalla sua associazione di categoria, Sistema Moda Italia, è pronto a competere con la concorrenza dei Paesi extraeuropei; ma deve essere una lotta ad armi pari, nell’interesse innanzitutto dei consumatori. Lo ha detto Vittorio Giulini, presidente di Smi, al termine dell’assemblea associativa annuale.
Giulini ha individuato le seguenti linee di azione per il settore:
Piena reciprocità tra i Paesi dell’Unione Europea e quelli extracomunitari, con rispetto degli accordi Wto e l’estensione a tutti della clausola sociale (no al lavoro minorile, tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori) e della clausola ambientale (le lavorazioni industriali non devono danneggiare la natura);
La reciprocità riguarda anche il rispetto, da parte dei Paesi extra-Ue, delle norme a tutela della salute del consumatore. Nel Terzo Mondo è frequente l’uso, per i prodotti del tessile e dell’abbigliamento, di coloranti nocivi che provocano dermatiti allergiche e tumori della pelle. Pertanto si chiede all’Unione Europea di istituire, con urgenza, un marchio di qualità e sicurezza che contraddistingua i prodotti del tessile-abbigliamento realizzati senza l’utilizzo di sostanze nocive alla salute o all’ambiente, e nel rispetto dei diritti dei lavoratori;
Maggiore attenzione alla formazione di figure professionali adatte al settore. Oggi il sistema scolastico e formativo è del tutto inadeguato. Così la vera formazione viene fatta dalle imprese, con aggravio di costi e tempi;
Intervento delle istituzioni locali e nazionali per riqualificare i centri storici depressi, afflitti dalla microcriminalità, attraverso l’apertura di negozi di moda, che attirino consumatori e contribuiscano a rivitalizzare l’area;
Lotta alla contraffazione di prodotti e marchi.
Per quanto riguarda la politica nazionale, Smi aderisce ai 10 punti delineati da Confindustria per lo sviluppo dell’Italia e chiede inoltre al governo Berlusconi:
La cancellazione del sommerso attraverso un nuovo condono accompagnato da una 'una tantum' che sani definitivamente il passato;
Una semplificazione e chiarificazione delle imposte che pesano sulle aziende;
Un ripensamento dell’Irap, tassa particolarmente iniqua per le pmi e per il terziario;
Un potenziamento delle infrastrutture, che migliorino l’efficienza dei distretti industriali e ne consentano l’interconnessione;
L’immediata privatizzazione dei grandi gruppi industriali pubblici e una privatizzazione
completa delle municipalizzate.