L’abbigliamento sportivo è sempre meno tecnico e più fashion come conferma Alessandro Balossini, direttore marketing di Sergio Tacchini, che parla di una crescita nel settore del prodotto di immagine sportiva ma finalizzato al tempo libero e di una contrazione dei consumi per sci e tennis. Gli sport elitari occupano l’11% del fatturato mentre il grosso business sono lo sport fashion, che occupa il 39%, e il casualwear con il 30%. Queste ultime aree hanno promosso il giro d’affari del marchio che stima per il 2001 una crescita in linea con quella dell’anno scorso che ha chiuso con 270 miliardi di lire rispetto ai 200 del ’99.
Franco Marenzi, direttore prodotto Champion Europa, sostiene che la sfida è quella di allargare la fascia di consumatori, presidiando il settore moda e tempo libero. Champion realizza a stagione una collezione di abbigliamento di 800 articoli. Champion Italia ha chiuso il 2000 con un fatturato di 250 miliardi di lire e procede con incrementi stagionali tra il 5 e il 10%
Mauro Borsellino, direttore marketing di Arena, commenta invece il calo delle vendite nei negozi tradizionali a favore delle grandi catene sportive (come Longoni, Cisalfa, Giacomelli e Decathlon). Arena ha chiuso il 2000 con un fatturato di 102 miliardi di lire, in lieve calo sul ’99.
Proprio sui negozi punta il rilancio di Fila, come spiega Andrea Zappia, direttore marketing global, che dopo l’apertura di Milano prevede nuovi concept store a Londra, Parigi e Roma fino ad arrivare a 35 aperture. La previsione per 2001 vede un assestamento sulle cifre di fatturato del 2000 che ha fatto registrare complessivamente al gruppo Fila 1943 miliardi di lire (+11% rispetto al ’99).