Antonio Fusco, dopo tre anni di crisi seguita alla cessazione della licenza di produzione concessa al gruppo GFT Net, ha ricominciato a produrre personalmente i propri abiti investendo 25 miliardi.
Il piano triennale di sviluppo ha già dato i suoi frutti: le vendite per il prossimo autunno/inverno hanno superato del 40% le previsioni.
Aumento della produzione, espansione nella distribuzione italiana e sviluppo dei mercati esteri, sono i tre punti di forza della politica di ripresa dell’azienda. Nel 2000 il fatturato retail è stato di circa 55 miliardi, ma l’obiettivo è quello di tornare sopra i 100 miliardi, anche grazie allo sviluppo in mercati quali: Germania, Stati Uniti e Giappone.
Per l’Italia sono previsti l’ampliamento della boutique di Milano e l’apertura di una boutique a Roma a settembre.
Anche il quartier generale dello stilista napoletano a Corsico (MI) è stato modificato divenendo un vero e proprio centro produttivo dove lavorano, al momento, una sessantina di persone che entro la fine dell’estate diventeranno circa 150.
Fusco, nato in provincia di Caserta, ha iniziato la propria carriera viaggiando tra Canada e Stati Uniti per apprendere nuovi modi di produzione, ha lavorato come stilista a Istanbul per Cerruti e nel 1976 torna il Italia per mettersi in proprio.
Dei tre anni di concessione in licenza e poi finiti male non ama parlare e attribuisce la responsabilità al distacco tra stilista e produzione, che fa perdere ogni stimolo creativo e di investimento. Ad affiancare lo stilista, la moglie Patrizia, che si occupa prevalentemente degli aspetti economici.