Crescono gli investimenti, promossa la qualità.
Secondo ACNielsen Media International la moda ha investito l’anno scorso 824 miliardi in pubblicità (+4,5%). A guidare il mercato sono ancora le griffe, mentre tra i prodotti è boom per gli accessori.
Il sondaggio di Fashion sulle strategie di pubblicità di stilisti e aziende del made in Italy, realizzato presso le più prestigiose boutique italiane, evidenzia la necessità di una comunicazione che valorizzi in maniera coerente sia il marchio sia il prodotto
Nel corso del convegno «Moda e pubblicità. Il ruolo della comunicazione nella creazione e sviluppo del brand», organizzato mercoledì 11 aprile, dal settimanale Fashion in collaborazione con ACNielsen SITA, sono stati presentati i risultati di una ricerca ACNielsen Media International sugli investimenti pubblicitari del settore moda in Italia.
Dall’analisi emerge come il settore abbia aumentato del 4,5% il proprio sforzo finanziario destinato alla comunicazione nel corso del 2000, raggiungendo gli 824 miliardi complessivi di pubblicità. Un trend destinato a mantenersi anche nel 2001 (le proiezioni parlano di un incremento quest’anno del 5%) nonostante le previsioni complessive sul mercato pubblicitario indichino una crescita più contenuta rispetto al 2000.
Tra gli aspetti che emergono dalla ricerca, il boom degli investimenti destinati alla promozione degli accessori (+33%) a fronte della frenata che ha caratterizzato i tessuti per abbigliamento (18,5%).
ACNielsen Media International illustra inoltre come il mercato pubblicitario nel settore moda rimanga fortemente concentrato, con oltre il 50% degli investimenti appannaggio di appena il 5% delle aziende.
Dall’indagine condotta da Fashion presso i principali negozi italiani emergono alcuni elementi chiave. Confermata l’importanza delle campagne pubblicitarie per l’affermazione di un marchio, gli intervistati pongono l’accento sulla qualità della comunicazione. Vincenti risultano essere le campagne giocate sulla coerenza tra l’immagine della campagna e quella della collezione, sulla valorizzazione del marchio e sulla riconoscibilità dell’immagine.
Tra i difetti spiccano la scarsa visibilità del prodotto e l’eccessiva omologazione delle diverse campagne.
Dal punto di vista degli strumenti di comunicazione, al di là della pagina istituzionale sulla stampa, sorprende l’importanza assegnata alla promozione di un abito attraverso testimonial (attori, cantanti, sportivi).
Sul fronte del materiale pubblicitario destinato a vetrina e negozio, la parte del leone la fanno i cataloghi e i cartelli vetrina. Infine, la maggioranza degli operatori (circa l’80%) ritiene che possa essere utile nella creazione delle campagne moda un maggiore intervento delle grandi agenzie di pubblicità.